Sus scrofa domesticus lo è il maiale domestico che appartiene alla stessa specie del cinghiale (Sus scrofa) e può riprodursi con esso.
Il termine maiale deriva dal latino majalem (“porco castrato”), così chiamato poiché era spesso utilizzato come sacrificio a Maia madre di Mercurio.
In Italia esistono ancora sei razze autoctone ufficialmente riconosciute e registrate da ANAS – Associazione Nazionale Allevatori Suini; sono chiaramente definibili e sono state conservate grazie alla solerzia di alcuni allevatori che ne hanno evitato l’estinzione come nel caso del Nero di Parma.Tutti i suini neri italiani sono adatti all’allevamento all’aperto: per questo vivono allo stato brado, nutrendosi solo delle ghiande, delle radici e degli arbusti che riescono a procurarsi nei terreni boscosi; o semi brado con un’integrazione a base di siero di latte e granaglie. I maiali neri si trovano in Italia da molto più tempo dei maialini rosati che si vedono oggi nei libri di scuola o negli spot pubblicitari: le razze autoctone del Sud Europa, Bel Paese compreso, erano infatti chiazzate o di colore scuro, dal bruno al grigio.
Oggi nell’allevamento industriale si ricorre a metodi intensivi, diffusi a partire dalla metà del Novecento, che hanno reso i suini autoctoni poco convenienti: i maiali rosa provenienti dal Nord Europa sono più adatti agli spazi ristretti e a una crescita veloce. Inoltre, hanno carni più magre e quindi generalmente più apprezzate dal mercato di massa.
Nato a Misano Adriatico (RN) nel 1951, mi sono diplomato come perito chimico industriale nel ’70 e laureato in farmacia nel ’74.
Ho collaborato per 3 anni con le farmacie di Riccione, per essere poi assunto nel settore ospedaliero, settore analisi e trasfusioni di sangue.
Ad oggi, mi occupo di diagnostica per immagini nel settore veterinario.