Il mondo della gastronomia è vasto e variegato, e pochi cibi sono rappresentativi delle diverse culture come i panini e i sandwich. In Italia, termini come “panino” e “tramezzino” evocano immagini di pane casareccio con farciture di fantasia e nel mondo anglosassone il “sandwich” ha una sua tradizione radicata. Esploriamo le differenze tra queste tipologie di cibi, nonché le loro storie e influenze culturali.
Il panino all’Italiana
Il termine “panino” ovviamente deriva da “pane” e indica generalmente una vasta gamma di preparazioni che utilizzano il pane, freddo o caldo, come ingrediente principale, nelle sue varie declinazioni: baguette, ciabatta, mantovana, biova, rosetta, focacci, e molti altri. La farcitura, come ben sappiamo, può variare enormemente, comprendendo salumi, formaggi, verdure, salse… Le più classiche sono: prosciutto crudo, mortadella, salame, formaggi come mozzarella, provolone e pecorino, accompagnati spesso da verdure grigliate o crude e salse come maionese, pesto o olio d’oliva. Ma anche la frittata trova una sua grande dignità dentro un panino. A me da bambino piaceva un panino particolare: la biova (un pane piemontese che però in Romagna i fornai preparavano, mentre ora non lo fanno più) farcita con il taglio del tonno. La biova, croccante fuori ma morbida dentro e con poca mollica, s’imbeveva dell’olio del tonno e delle sue tenere carni risultando così gustosa, morbida e sapida. Mi sembrava un mangiare da re.
E il tramezzino?
Il tramezzino è una variante più moderna del panino, introdotta in Italia nel XX secolo. Caratterizzato da fette di pane bianco senza crosta, morbido e soffice, il tramezzino è spesso associato a spuntini veloci ed eleganti, perfetti per buffet e aperitivi. La farcitura normalmente è leggera e delicata, può includere tonno e maionese, prosciutto cotto, pollo, uova sode e verdure. Viene tagliato diagonalmente in triangoli o rettangoli e presenta un aspetto elegante e pratico. I primi tramezzini videro la luce a Torino, probabilmente all’inizio del XX secolo, prendendo ispirazione dai sandwich inglesi ma adattandosi alle preferenze italiane.
I sandwich all’inglese
Il sandwich invece, come lo conosciamo oggi, ha origine nel XVIII secolo in Inghilterra, e prende il nome da John Montagu, IV conte di Sandwich. La leggenda narra che il conte, un appassionato giocatore di carte, richiedesse un cibo che potesse essere mangiato senza interrompere il gioco, dando così origine al moderno sandwich. Leggenda o no, questo nuovo modo di consumare cibo si diffuse rapidamente in tutta l’Inghilterra e poi nel mondo, diventando una delle preparazioni culinarie più versatili e amate. I sandwich si adattarono rapidamente alle varie culture, assumendo nuove forme e combinazioni d’ingredienti, pur mantenendo il concetto di base.
Il fenomeno dei Paninari
Quando si parla di cibo, spesso si parla anche di culture e, in effetti, se il panino non può vantare origini nobiliari come il sandwich, in Italia ha dato vita, comunque, a una sottocultura giovanile molto interessante durante la metà degli anni ’70 e per tutto il decennio successivo: quella dei “Paninari”. Questo movimento prese il nome dai locali di fast food, dove i giovani s’incontravano, soprattutto a Milano. I paninari rappresentarono un fenomeno culturale e sociale molto particolare, caratterizzato da un’attenzione quasi maniacale alla moda e ai marchi di abbigliamento. Erano noti per indossare capi firmati come Moncler, Timberland, Levi’s, Ray-Ban, e felpe Best Company. L’abbigliamento doveva essere costoso e riconoscibile. Frequentavano locali di fast food come Burghy e Panino, dove si trovavano a discutere di moda, musica e tendenze. Fu un movimento che si diffuse rapidamente in altre città italiane e influenzò anche la pubblicità e la cultura pop dell’epoca. Il fenomeno dei Paninari rappresentava non solo una moda, ma anche un segnale di cambiamento sociale ed economico nell’Italia del tempo. La loro enfasi sui marchi e sul consumo di beni di lusso era in netto contrasto con le ideologie più sobrie e collettiviste delle generazioni precedenti.
Quindi?
Quindi, per quanto sia semplice preparare panini, tramezzini e sandwich, non stiamo parlando solo di semplici cibi, ma di culture e storie diverse che, per un verso, riflettono la ricchezza della cucina mediterranea e l’amore per gli ingredienti freschi e di qualità e, per l’altro, mostrano la praticità e la versatilità della cucina anglosassone.
La foto in copertina è stata generata da un programma di intelligenza artificiale.
Flavio Semprini è un giornalista professionista free-lance. Scrive di sport, enogastronomia, edilizia e turismo e si occupa di uffici stampa e comunicazione per aziende, associazioni ed enti sia pubblici che privati. Ha scritto diversi libri, alcuni sulla cucina romagnola, utilizzando per questi ultimi il doppio pseudonimo di Luigi Gorzelli/Paolo Castini.