Lucio Licinio Lucullo, noto semplicemente come Lucullo, è stato uno dei generali e politici romani più influenti del I secolo avanti Cristo. La sua fama si è estesa oltre i confini delle sue vittorie militari, giungendo fino ai nostri giorni grazie al suo leggendario amore per il cibo e per il lusso. La sua storia è un affascinante intreccio di trionfi militari, di esplorazioni culinarie e di estetica raffinata che ha lasciato un’impronta importante nella storia dell’antica Roma.
Lucullo, la sua vita
Lucullo nacque nel 118 avanti Cristo in una famiglia aristocratica romana. Fin dalla giovane età dimostrò un talento
straordinario per la strategia militare e un gusto eccezionale per il lusso e la bellezza. La sua carriera militare iniziò presto e si distinse per la sua abilità nel comando durante le guerre contro Mitridate VI, re di Ponto, nell’attuale Turchia. Uno dei momenti più celebrati della sua carriera militare fu la conquista della città di Amisos nel 70 avanti Cristo. Durante questa campagna, Lucullo dimostrò una brillante strategia militare e una capacità di leadership che gli valsero il rispetto dei suoi uomini e la fama tra i suoi contemporanei. Anche perché, come racconta Plutarco di Cheronea, famosissimo storico e biografo greco dell’epoca, Lucullo, per pietà nei confronti dei cittadini di Amisos, assediata dai suoi stessi uomini, cercò di portare loro aiuto dall’esterno, ordinando ai suoi di spegnere le fiamme di un incendio fatto divampare dai nemici in fuga. Nessuno gli prestò attenzione, poiché i soldati, tutti, invocavano a gran voce il bottino, saccheggiando ogni cosa e distruggendo la maggior parte delle case stesse. Quando Lucullo entrò in città all’alba, pianse, poiché non era stato in grado di salvarla, come invece aveva fatto Silla ad Atene quindici anni prima. S’impegnò perciò nel far restaurare Amisos, che era un’antica colonia attica, e a fornire aiuti ai suoi abitanti, rimandandoli alle loro case, dopo che erano fuggiti via mare. Anche per questi atti di “saggezza politica” venne celebrato da molti suoi contemporanei quasi come una divinità. Inoltre, dopo aver sconfitto Mitridate VI, intraprese una spedizione militare contro Tigrane II di Armenia, consolidando ulteriormente la sua reputazione come uno dei più grandi generali dell’epoca.
Lucullo, grande amante e studioso del cibo
Nonostante i suoi successi militari, Lucullo è meglio ricordato per i suoi gusti eccessivi e la sua passione per il lusso, soprattutto per quanto riguarda il cibo. Dopo ogni vittoria, amava celebrare con sontuosi banchetti. Ma fu soprattutto dopo l’abbandono della vita politica e militare che i suoi ricevimenti diventarono leggendari nell’antica Roma. Fu durante questi pranzi e cene che dimostrò la sua straordinaria capacità di apprezzare le prelibatezze culinarie e di introdurre nuove pietanze e ricette provenienti dalle terre conquistate da lui o da altri generali. Insomma, è ricordato come uno dei più grandi amanti del cibo dell’antica Roma per diversi motivi. In primo luogo, era noto per la sua ricerca costante di ingredienti pregiati e novità provenienti da ogni angolo dell’impero romano. Durante le sue campagne militari in Oriente, venne in contatto con una vasta gamma di cibi e spezie esotiche che fino ad allora erano sconosciute a molti romani. Portò questi ingredienti in Italia, contribuendo così ad arricchire la gastronomia romana con nuovi sapori e profumi.
Inoltre, era famoso per la sua generosità e la sua inclinazione a offrire magnifici banchetti agli amici e agli alleati. Le sue cene erano vere e proprie opere d’arte culinarie, con piatti elaborati e raffinati che suscitavano l’ammirazione di tutti coloro che avevano il privilegio di parteciparvi. Le tavole di Lucullo erano piene di prelibatezze come ostriche, pesci esotici, selvaggina e dolci finemente decorati.
Infine, si distinse per la sua raffinata sensibilità estetica e per il suo amore per il bello, che si manifestavano anche nella presentazione dei suoi piatti. Organizzava i suoi banchetti in ambienti lussuosi e magnificamente decorati, arricchiti da fiori, candele e opere d’arte.
Com’era una cena “luculliana”?
Rifacendoci a quel che raccontarono storici e gastronomi dell’epoca, dobbiamo immaginare che una cena “luculliana”
avvenisse più o meno così: gli ospiti sono accolti all’ingresso con un calice di vino pregiato e condotti lungo un viale alberato illuminato da torce, che conduce alla sala da pranzo principale della villa scelta per l’occasione. La sala da pranzo è un tripudio di eleganza e opulenza. Le pareti sono adornate da tessuti preziosi e opere d’arte, mentre candele profumate armonizzano la luce e creano un’atmosfera calda e accogliente. Al centro della stanza, una lunga tavola sontuosamente imbandita attende gli ospiti, coperta da tovaglie di lino finemente ricamate e ornata da centrotavola di fiori freschi.
Gli ospiti prendono posto sui triclini attorno alla tavola e vengono subito serviti da una schiera di servi impeccabilmente vestiti. Il banchetto inizia con una serie di antipasti raffinati, tra cui ostriche fresche provenienti dalle coste del Mediterraneo, caviale del Mar Nero e frittelle di gamberi croccanti. Il pasto prosegue con una successione di portate straordinarie, ognuna preparata con cura e maestria per deliziare i sensi degli ospiti. Un piatto principale potrebbe essere stato un filetto di agnello, cotto alla perfezione e servito con contorni di verdure fresche Tra una portata e l’altra, gli ospiti vengono intrattenuti da musici e ballerini che eseguono spettacoli di classe, aggiungendo un tocco di spettacolarità e magia all’esperienza culinaria. E il vino scorre liberamente. L’attenzione maniacale di Lucullo ai dettagli e il suo impegno per la perfezione lo resero una figura leggendaria ai suoi tempi.
In conclusione, possiamo dire che Lucullo è stato uno dei più grandi generali e politici dell’antica Roma, la cui fama è stata tramandata attraverso i secoli non solo per le sue imprese militari, ma soprattutto per il suo straordinario amore per il cibo e il lusso. La sua passione per le prelibatezze culinarie e la sua capacità di celebrare la vita attraverso il cibo lo rendono un personaggio certamente affascinante e indimenticabile
Flavio Semprini è un giornalista professionista free-lance. Scrive di sport, enogastronomia, edilizia e turismo e si occupa di uffici stampa e comunicazione per aziende, associazioni ed enti sia pubblici che privati. Ha scritto diversi libri, alcuni sulla cucina romagnola, utilizzando per questi ultimi il doppio pseudonimo di Luigi Gorzelli/Paolo Castini.