Poco meno di due anni fa, scrivemmo un articolo sull’orto dei frutti dimenticati creato a Pennabilli da Tonino Guerra. Tra azzeruolo, corniola, uva spina e biricoccolo, trovò spazio anche la mela cotogna, un frutto affascinante e antico, legato a una storia lunga e ricca di tradizioni. Originaria dell’Asia sud-occidentale, questa pianta appartiene alla specie Cydonia oblonga ed è stata a lungo coltivata per i suoi frutti aromatici e ricchi di pectina per poi cadere nel dimenticatoio. Proviamo a raccontare le diverse sfaccettature di quest’albero e del suo frutto?
L’albero della mela cotogna
L’albero della mela cotogna è una piccola pianta da frutto che appartiene alla famiglia delle Rosaceae. È una specie rustica e resistente, che può raggiungere un’altezza di circa tre/cinque metri. Il tronco è robusto e può avere una corteccia grigiastra o marrone chiara, con evidenti fessure longitudinali. Le foglie sono di forma ovale o oblunga, di colore verde scuro lucido sulla pagina superiore e più chiare sulla pagina inferiore. L’albero fiorisce in primavera, producendo fiori bianchi o rosati dal profumo delicato. Ci sono diverse varietà di mela cotogna, ognuna con le proprie caratteristiche distintive. Alcuni esempi: le ‘Vranja’, le ‘Champion’, le ‘Smyrna’, e le ‘Aromatnaya’. Queste varietà possono differire nel colore, nelle dimensioni, nella forma e nel sapore dei frutti.
Origini, coltivazione e leggende
La mela cotogna è stata coltivata per la prima volta nell’antico Medio Oriente. I primi contadini a curarla pare fossero babilonesi e si trovassero dunque in Mesopotamia. Stiamo parlando del 2000 avanti Cristo, più o meno. Si ritiene poi che questi frutti siano stati apprezzati dagli antichi Greci e Romani per il loro aroma unico e per le loro proprietà medicinali. La storia, come sappiamo, si accompagna spesso a molte leggende. Quella della mela cotogna non fa eccezione. Nella mitologia greca, la mela d’oro che Paride diede a Afrodite, secondo la leggenda, potrebbe essere stata una cotogna anziché una mela tipica. Questo particolare ha dato origine a molte interpretazioni e racconti. In alcuni racconti popolari, la mela del peccato nel Giardino dell’Eden, mangiata da Eva, è stata descritta come una cotogna piuttosto che come una mela comune. In alcune tradizioni popolari italiane, questo frutto è stato associato a proprietà magiche e protettive. Ad esempio, la marmellata di cotogne veniva spesso preparata durante periodi speciali dell’anno, come durante il solstizio d’inverno, e veniva creduta in grado di tenere lontani gli spiriti maligni. In alcune culture, la mela cotogna è stata considerata un simbolo di amore e fertilità. Si credeva che portasse fortuna agli innamorati e che avesse il potere di rafforzare le relazioni. Tutte queste storie riflettono l’importanza culturale e simbolica che questo frutto ha avuto in diverse società nel corso del tempo. La sua presenza in miti e tradizioni è testimone della sua longeva storia e del suo ruolo nella vita quotidiana delle persone.
La mela cotogna in cucina
La mela cotogna è un frutto versatile in cucina. È spesso usata per fare marmellate, gelatine e dolci, soprattutto grazie al suo alto contenuto di pectina, che conferisce alle preparazioni una consistenza gelatinosa. Si può anche cuocere e servire come contorno a piatti di carne, o aggiungere a insalate o formaggi. Quando viene utilizzata, è subito riconosciuta per il suo aroma intenso e il sapore acidulo una volta cotta. Il frutto crudo è piuttosto duro e astringente, ma diventa dolce e profumato quando cotto. Come abbiamo appena scritto, è ricca di pectina, una sostanza che viene utilizzata come addensante in molte preparazioni alimentari. La pectina è anche nota per i suoi benefici per la salute, come il sostegno alla salute intestinale e la riduzione del colesterolo. Nella cotogna, come in diversi altri frutti, c’è l’acido malico, noto per contribuire a una migliore digestione. Quest’acido aiuta a scomporre i grassi e le proteine, facilitando il processo digestivo.
Il declino della mela cotogna
L’albero della mela cotogna è oggi meno conosciuto di un tempo principalmente a causa del cambiamento delle preferenze alimentari e delle abitudini agricole. Questo frutto richiede cure particolari e ha un tempo di maturazione più lungo rispetto ad altre varietà, il che lo rende meno appetibile per gli agricoltori moderni che preferiscono colture più convenienti e a rapida crescita.
In conclusione, la mela cotogna è un frutto con una storia ricca e un profilo nutrizionale unico. Pur essendo meno comune nelle cucine moderne, continua a essere un tesoro culinario per chiunque cerchi sapori autentici e tradizionali. La sua versatilità e i suoi benefici per la salute meritano sicuramente di essere rivalutati e apprezzati.
In copertina, fiori di cotogno. Foto Di tato grasso – Opera propria (Personal work), CC BY-SA 3.0, httpscommons.wikimedia.orgwindex.phpcurid=716281
Flavio Semprini è un giornalista professionista free-lance. Scrive di sport, enogastronomia, edilizia e turismo e si occupa di uffici stampa e comunicazione per aziende, associazioni ed enti sia pubblici che privati. Ha scritto diversi libri, alcuni sulla cucina romagnola, utilizzando per questi ultimi il doppio pseudonimo di Luigi Gorzelli/Paolo Castini.