La bietola (o bieta) è uno dei contorni più semplici e sani che si possano portare in tavola. Ha caratteristiche perfette per fungere da contorno. Pensate che ha solo diciannove calorie per etto e dunque viene inserita in moltissime diete (per non dire tutte) se è cotta al vapore e condita con l’olio a crudo, limone e sale. Ma, se non si deve dimagrire, proprio per il numero di calorie così basso, si può arricchire con dei grassi. Nell’erbazzone ad esempio, che è una torta tipica salata di Reggio Emilia, si aggiungono olio, lardo e burro.
Oltre ad avere poche calorie, la bietola ha funzioni rinfrescanti e diuretiche perché aiuta a espellere scorie e grassi. Coadiuva la digestione perché produce succhi gastrici. E’ di sostegno se si soffre di stipsi perché stimola la motilità intestinale grazie alle fibre e all’acqua che contiene (76,80 grammi di acqua e 1,60 di fibre per 100 grammi di bietole).
Contiene anche sali minerali e vitamine importantissimi. In primis, il calcio che rinforza ossa e denti e dunque è molto importante e particolarmente raccomandato per le donne in menopausa. La bietola ne ha 130 mg e la razione minima giornaliera raccomandata è di 800 mg. Poi ci sono il potassio (ben 220 mg per un fabbisogno giornaliero minimo di 300 mg) e il ferro (2 mg su 14 mg necessari). Tra le vitamine, troviamo la C (18 mg ogni 100) che, fra le altre cose, aiuta nell’assorbimento del ferro; la B9 (acido folico) che sommata al ferro e alla vitamina C fa sì che la bietola diventi anche un antianemico e dunque utilissima per le donne incinte e in allattamento; la b8 (biotina) che rafforza capelli e pelle; la K che aiuta il sistema nervoso a mantenersi sano.
Insomma, sono tantissime le qualità utili di questa umile verdura e sono conosciute fin dall’antichità. Plinio Il Vecchio, il grande naturalista nato a Como e morto nell’eruzione del Vesuvio nel 79 dopo Cristo, che già altre volte abbiamo incontrato in questo nostro blog, della bietola scriveva che “Beta hortensiorum levissima est”, cioè: “La bietola è la più leggera fra gli ortaggi”. Marziale, il noto poeta autore di svariati libri di epigrammi e coevo di Plinio il Vecchio, non la pensava così. Sarà che Marziale era spagnolo ma considerava le bietole un cibo insulso. Infatti, in un suo epigramma scrive: “Ut sapiant fatuae, fabrorum prandia, betae,/ O quam saepe petet vina piperque cocus!”. Cioè: “Per dare sapore alle bietole insipide, cibo da fabbri /O quanto vino e pepe deve chiedere il cuoco!”. Columella, altro scrittore ma studioso di agricoltura (autore del De Re Rustica), anche lui contemporaneo dei primi due, ne parla come di una verdura necessaria “come la lettera Beta” nell’alfabeto greco. Lo fa utilizzando un giro di parole: “Nomine tum Graio, ceu littera proxima primae pangitur in cera docti mucrone magistri,sic et humo pingui ferratae cuspidis ictu deprimitur folio viridis, pede candida beta”. Cioè: “Or come dal dotto maestro di nome Graio, su cera viene incisa con lo stilo appuntito la lettera prossima alla prima (cioè la Beta), così da noi viene scavata con un colpo di punta di ferro nella terra feconda la Bieta che ha le foglie verdi e bianco il gambo”. Insomma, pare che studiosi e poeti, all’epoca, non avessero esattamente gli stessi gusti.
In effetti, anche oggi non è che la bietola goda di una pubblicistica entusiasta. I grandi chef, generalmente, non la
esaltano, forse perché viene considerata uno di quei contorni “di base”, non particolarmente importanti, un po’ come l’insalata. Eppure, questa pianta nativa dell’Europa meridionale che cresce anche spontanea in Paesi come Spagna, Grecia e soprattutto Italia (siamo noi i più grandi cuochi di bietole nel mondo), se cotta con sapienza, lessa o al vapore, diventa un gustoso contorno. E non c’è bisogno di grandi ricette. Per questo vi proponiamo quella, semplicissima ed economica, delle bietole in padella. Si prepara in dieci minuti ed è pronta dopo una mezzoretta di cottura.
Ingredienti per quattro persone: un chilo di bietole da costa; due spicchi d’aglio; sei pomodorini; un peperoncino fresco; Olio di oliva e sale quanto basta.
Preparazione: pulite le bietole e tagliate la parte inferiore del gambo. Separate le coste dalle foglie e lavate bene eliminando eventuali foglie rovinate. In una pentola, fate cuocere le coste per cinque minuti, poi aggiungete le foglie e continuate la cottura per altri quindici minuti. In una padella capiente versate abbondante olio di oliva. Pelate e lavate gli spicchi d’aglio e fateli imbiondire nell’olio per tre minuti con il peperoncino. Aggiungete i pomodorini lavati e tagliati in quattro parti e fate insaporire per cinque minuti. A questo punto aggiungete la bietola e il sale e fate saltare in padella a fuoco vivace per altri cinque minuti.
Flavio Semprini è un giornalista professionista free-lance. Scrive di sport, enogastronomia, edilizia e turismo e si occupa di uffici stampa e comunicazione per aziende, associazioni ed enti sia pubblici che privati. Ha scritto diversi libri, alcuni sulla cucina romagnola, utilizzando per questi ultimi il doppio pseudonimo di Luigi Gorzelli/Paolo Castini.