“Sei sempre in mezzo, come il prezzemolo!”. “Quello è un prezzemolino”. Sono modi di definire una
persona che si ritrova sempre e comunque in qualsiasi posto si vada o in qualsivoglia occasione. Non è un complimento ma definisce molto bene cosa sia questa piantina biennale della famiglia delle Apiaceae, originaria delle zone mediterranee che cresce spontaneamente nei boschi e nei prati delle zone a clima temperato (non ama il freddo intenso).
Il prezzemolo si mette in innumerevoli ricette: dagli spaghetti con le vongole alle polpette di carne; dal merluzzo al forno al pollo al curry; dalle zucchine in padella alla minestra di fave; dalle olive all’ascolana all’insalata di patate… potremmo continuare quasi all’infinito. Dunque, perché questa erbetta viene così tanto utilizzata? Perché il suo sapore pungente e leggermente amaro ravviva i sapori delle altre erbe presenti. In definitiva, esalta i sapori delle pietanze e, a volte, aiuta a coprire quelli troppo forti tipo aglio e cipolla. Infine, ha anche un forte potere digestivo.
Il nome italiano deriva dal latino petroselinum che viene, a sua volta, dal greco antico petra selinon (pietra/sedano). I greci lo chiamavano così, “sedano della pietra” perché cresceva molto bene sulle rupi, in particolare nella regione della Macedonia. Infatti, era anche chiamato macedonico e lo consideravano un fiore degli inferi. Per questo lo sistemavano accanto o sopra le pietre tombali in omaggio ai defunti. Per i romani,
invece, era un ottimo insaporitore d’insalate e salse e lo masticavano dopo aver mangiato aglio o cipolla per rinfrescare l’alito. Lo davano anche ai loro cavalli per renderli più resistenti e forti e, in effetti, il prezzemolo può essere considerato, come vedremo dopo, un tonico per il corpo. Gli etruschi lo usavano nei loro unguenti e per questo lo ritenevano quasi una pianta “magica”. Nel medioevo, si pensava che portarne un rametto sotto i vestiti avrebbe contribuito a tenere lontano il malocchio.
C’è anche chi lo considera pericoloso. In realtà, si tratta di una falsa credenza. Intendiamoci: se si esagera, il prezzemolo fa male come qualsiasi altro elemento assunto in dosi smisurate e, segnatamente, può portare a dei problemi al fegato o ai reni se se ne prende oltre a un grammo di estratto alcolico per ogni chilo di peso corporeo. Mentre più di dieci gocce di olio essenziale al giorno (il quale concentra tutti i principi attivi della pianta), può causare un aborto. Utilizzato come condimento per le pietanze, nelle giuste dosi, ha solo effetti benefici.
Di prezzemolo ne esistono due tipi. Quello riccio è di un verde più acceso mentre quello a foglia piatta ha un verde più spento. Come dicevamo, ha un forte potere digestivo e, per questo, c’è chi consiglia di mangiarne qualche foglietta dopo i pasti. Ed ecco spiegato perché viene anche aggiunto a tutti quei piatti che si voglio rendere più digeribili. Aiuta anche la diuresi grazie all’alto contenuto di potassio (21 milligrammi in un
cucchiaio). E’ anche ricco di un flavonoide come l’eugenolo che sembra aiuti a ridurre gli zuccheri nel sangue dei diabetici. E’ una fonte di antiossidanti: in un cucchiaio di prezzemolo troviamo cinque milligrammi di vitamina C; 320 UI di Vitamina A (le UI sono un’unità di misura utilizzata a livello internazionale. Corrispondono alla quantità di farmaco che provoca un determinato effetto biologico riconosciuto a livello internazionale); 62 microgrammi di vitamina K e 0,24 milligrammi di ferro. Un poderoso mix in grado di accendere l’energia di qualunque persona.
Questa erba aromatica contiene anche clorofilla, magnesio, calcio, fosforo, potassio, zolfo, rame, aminoacidi.
Lo iodio, che si trova nel prezzemolo, lo rende un grande alleato della tiroide, aiutandola a funzionare correttamente, prevenendo stanchezza e anemia, disturbi legati all’ipotiroidismo, che causano il rallentamento dei processi metabolici, sonnolenza e aumento del peso corporeo. Non solo, il prezzemolo ha proprietà anti-allergiche e regolatrici della pressione, protegge i denti, le ossa, i capelli, regola il livello di estrogeni e lotta contro la sindrome premestruale. Il succo può essere utilizzato per impacchi umidi per gli occhi e per eliminare la congiuntivite. Anche le radici hanno proprietà terapeutiche: efficaci per eliminare la sabbia renale. Basta non eccedere, altrimenti si ottiene l’effetto contrario.
Flavio Semprini è un giornalista professionista free-lance. Scrive di sport, enogastronomia, edilizia e turismo e si occupa di uffici stampa e comunicazione per aziende, associazioni ed enti sia pubblici che privati. Ha scritto diversi libri, alcuni sulla cucina romagnola, utilizzando per questi ultimi il doppio pseudonimo di Luigi Gorzelli/Paolo Castini.