“Ti preparo un brodino”. “Bevi il brodo che ti dà sostanza”. Quante volte ci siamo sentiti ripetere queste frasi dalla
mamma o dalla nonna mentre eravamo a letto malati, febbricitanti, o quando ci stavamo riprendendo da un’influenza? Il brodo era la “medicina” tradizionale nelle famiglie contadine e, molto probabilmente, la secolare saggezza di chi viveva una vita di campagna non sbagliava a proporlo come cura ricostituente.
Il brodo, una storia millenaria
Non si parla di saggezza secolare a caso. Infatti, pare che l’usanza di preparare brodi di carne abbia avuto origine quando gli esseri umani impararono a cucinare il cibo attraverso metodi di cottura primitivi. Come sappiamo, nella preistoria gli uomini cacciavano e raccoglievano il cibo e, probabilmente, iniziarono a cuocere la carne per renderla più digeribile e per conservarla più a lungo. L’idea di bollirla per estrarne il sapore e i nutrienti potrebbe essere emersa successivamente, durante il periodo in cui le persone impararono a cucinare utilizzando recipienti adatti alla cottura. E, in questo caso, è molto probabile che il primo essere umano a provare questo tipo di cottura possa essere stata una donna. Queste avevano più dimestichezza dell’uomo nelle tecniche di cottura con le “pentole” dell’epoca. Ma già le prime civiltà, come quelle sumera, egizia e greca svilupparono tecniche culinarie più avanzate che ovviamente comprendevano l’uso di brodi e zuppe.
Il brodo degli sciamani
Che l’utilizzo del brodo sia millenario, lo sappiamo anche da diversi studi sullo sciamanesimo in tutto il mondo. Pare che fosse molto usato nei rituali. In Sardegna, ad esempio, alcune donne si massaggiavano le spalle con il brodo per aumentare le possibilità di concepimento. Veniva e viene ancora usato in Corea del Nord per propiziare la dea dei venti e anche gli sciamani di quella che è ora la Russia lo utilizzavano nei loro riti. Con quali funzioni? Diciamo che in alcune tradizioni sciamaniche, il brodo era considerato un elemento nutritivo e potenziatore, utilizzato durante periodi di digiuno o preparazione rituale. Ma poteva anche essere considerato un veicolo attraverso il quale gli sciamani stabilivano una connessione con il mondo spirituale o ricevevano visioni. Le erbe e gli ingredienti utilizzati erano selezionati per le loro proprietà simboliche o perché considerati sacri.
Brodo, una ricetta
Tornando ai nostri giorni, il brodo di carne è una preparazione culinaria che può essere utilizzata sia per accompagnare la pasta, ripiena o meno, sia come base per molte ricette come zuppe, risotti e salse. La preparazione può variare a seconda delle tradizioni regionali e delle preferenze personali. Come al solito, noi ve ne proponiamo una ricetta “generica”.
Ingredienti e istruzioni: ossa di carne (manzo, pollo, agnello, etc.); carne a pezzi; verdure (sedano, carote, cipolla); aglio (opzionale); sale e pepe nero; erbe aromatiche (alloro, rosmarino, timo, prezzemolo). Se state usando carne a pezzi, tagliatela in tranci più piccoli. Pulite e tagliate le verdure grossolanamente. Volendo, potete rosolare la carne in una pentola capiente e a fuoco medio/alto per sviluppare i sapori. Questo passo è opzionale ma può dare al brodo un sapore più ricco. Aggiungete le ossa di carne alla pentola e anche le verdure tagliate e l’aglio, se lo state usando. Versate abbastanza acqua nella pentola per coprire gli ingredienti ma non troppa, altrimenti il brodo sarà meno concentrato. Portate il tutto a ebollizione e, una volta raggiunta, riducete il calore a fuoco lento. Rimuovete eventuali schiume o impurità che possono formarsi in superficie. Aggiungete sale e pepe nero a piacere ed erbe aromatiche come alloro, rosmarino, timo e prezzemolo per aromatizzare. Lasciate cuocere a fuoco lento per almeno una o due ore. Più a lungo il brodo cuoce, più sapore sviluppa. Una volta cotto, filtra il brodo per rimuovere le ossa, la carne e le verdure. Il liquido risultante sarà un buon brodo di carne fatto in casa. Potete conservarlo in frigorifero per alcuni giorni o congelarlo per un uso futuro. Oppure potete anche personalizzare la ricetta aggiungendo altri ingredienti o regolando le proporzioni secondo le proprie preferenze.
Le varianti sono tante. Si pensi a ricette regionali come il sorbir d’agnoli mantovano o a una salsa come la veronese pearà che utilizza il brodo come base. Ma di queste bontà parleremo a fondo in altri articoli del nostro blog…
Flavio Semprini è un giornalista professionista free-lance. Scrive di sport, enogastronomia, edilizia e turismo e si occupa di uffici stampa e comunicazione per aziende, associazioni ed enti sia pubblici che privati. Ha scritto diversi libri, alcuni sulla cucina romagnola, utilizzando per questi ultimi il doppio pseudonimo di Luigi Gorzelli/Paolo Castini.