Una gita con la vostra bici da corsa o con una mountain bike fino a Montegridolfo, equivale a farsi un giro letteralmente “dentro” un cassero medievale. Cos’è un cassero? In quel periodo storico si definiva cassero una fortificazione con torrioni e cinte murarie di rinforzo che coincideva con la porta d’accesso alla città. Ad esempio, a Bologna i casseri sopravvissuti all’abbattimento delle mura avvenuto agli inizi del novecento, sono otto. Qui, più modestamente, abbiamo tutto il centro storico di Montegridolfo, ben ristrutturato in anni recenti, che si presenta come un unico cassero fortificato. E ne avevano ben il motivo, i montegridolfesi, di difendersi! Questo piccolo borgo è stato sempre fra i più contesi nelle lotte fra Malatesta e Montefeltro e fra gli stessi Malatesta per via della sua posizione, nonostante anche a quei tempi fosse una realtà territoriale molto piccola, proprio come oggi. Infatti, gli abitanti sono circa un migliaio e solo una quarantina di questi vive dentro il cerchio delle mura storiche.
La strada per Montegridolfo
Per arrivarci partendo dal nostro hotel, seguite il percorso che trovate descritto nell’articolo su Mondaino fino a via CinqueQuattrini. Da lì, rimanete sulla strada provinciale 44 (via Ponterosso e via San Rocco) fino a incrociare la strada provinciale 133 (via San Giuseppe e poi via del Prato) per poi immettervi nella provinciale 17 che vi porterà fino alla meta. Avrete percorso circa 23 chilometri (46 fra andata e ritorno) e affrontato un dislivello complessivo di 389 metri (Montegridolfo è su una collina alta 290 metri).Insomma, un percorso facilmente affrontabile con un minimo di allenamento.
Il paesaggio attorno a Montegridolfo
Il paesaggio che troverete nei dintorni del borgo è ricco di piantagioni, soprattutto di uliveti. In effetti, l’olio d’oliva è il prodotto più caratteristico del circondario. Numerose piccole aziende del territorio producono un ottimo extra vergine e, una volta l’anno, nel mese di dicembre, in paese si tiene la Festa dell’Olio Novello in tavola. Alcune di queste imprese agricole organizzano anche degustazioni per cui, se volete scendere dalla vostra bici e bagnare un pezzo di pane con l’olio locale… potete farlo. Entrati nel “cassero”, un paio di cose vi piacerà fin da subito. La prima è la splendida visuale che si ha sulle valli dei fiumi Conca e Foglia fino al mare; la seconda è la sensazione di passeggiare davvero dentro un piccolo scrigno medievale dove ogni cosa riporta a quell’epoca. Tutto è perfettamente in stile: dalle abitazioni, ai negozi, ai ristoranti, all’ufficio postale… Tutto sembra essersi fermato a quell’epoca anche se, come abbiamo detto, questo bel recupero architettonico è frutto di scelte recenti, tuttavia filologicamente corrette. E ancora, va detto che a Montegridolfo passa la “Strada delle colline di Romagna”, istituita dalla Provincia di Rimini con percorsi segnalati e aree di sosta.
L’origine del nome Montegridolfo
L’origine del nome non è del tutto certa. La zona di un tempo venne chiamata col nome di Monte Lauro, dati i
numerosi allori che rigogliosi coprivano il colle; da qui, si pensa, derivò una parola di origine germanica (Hrodulfus o Ridulfus) che avrebbe alterato la parola latina Reduvius, cioè sterposo o rozzo. Non ha fondamento storico la tradizione secondo la quale una facoltosa famiglia fiorentina della fazione guelfa, qui rifugiata, avrebbe dato il proprio nome al castello. Al contrario, quella famiglia, il cui nome era Filippi, giunse nel 1248 quando il nome Mons Gredulfus o anche Gradulfus già esisteva da tempo; cosicché assunse il nome del luogo cambiandolo da Filippi in Gridolfi e, in epoca imprecisata, adottò lo stemma costituito da un olivo verde in relazione alla preminente coltura del luogo.
Perché una gita a Montegridofo
Come detto, in epoca tardo medievale e rinascimentale fu conteso da Malatesta e Montefeltro per poi passare sotto al dominio veneziano e papalino. Durante la seconda guerra mondiale il paese, come tanti altri della Valconca, si trovò lungo la Linea Gotica e fu teatro di scontri cruenti fra tedeschi e truppe alleate.
Insomma, una gita a Montegridolfo può essere l’occasione per un tuffo nel passato ma anche per gustare, oltre all’olio, un buon piatto di passatelli, una pietanza che proprio in questi luoghi, a cavallo tra la bassa Romagna e le Marche, trova le sue origini. Per saperne di più su questo cibo contadino, potete leggere questo articolo tratto dal nostro blog.
Flavio Semprini è un giornalista professionista free-lance. Scrive di sport, enogastronomia, edilizia e turismo e si occupa di uffici stampa e comunicazione per aziende, associazioni ed enti sia pubblici che privati. Ha scritto diversi libri, alcuni sulla cucina romagnola, utilizzando per questi ultimi il doppio pseudonimo di Luigi Gorzelli/Paolo Castini.