“Eh! Mi son preso un bel cetriolo…”. “Quel tipo è davvero un cetriolone!”. “Ma sei un citrullo!” (citrullo è una variante di cetriolo con il suffisso –ullo, usato soprattutto nel meridione del nostro Paese). Sono modi di dire entrati nell’uso comune che legano l’immagine del cetriolo a qualcosa di negativo: una fregatura; una persona grande e grossa ma goffa; un’altra poco intelligente. Il cetriolo è davvero una verdura così pericolosa o “stupida”? Certo che no! Come tutte le verdure ha tantissimi aspetti positivi e alcuni (pochi) anche negativi. Vogliamo conoscere meglio questo alimento?
Il lungo viaggio del cetriolo
Partiamo dal nome. E vedrete che finiremo per perderci fra le varie etimologie… Cetriolo viene dal latino
Cucumis citrullus, che i nostri antenati usavano per indicare il cocomero. I romani non furono il primo popolo ad avere a che fare con i cetrioli. Lo importarono dalla Grecia che, a sua volta, l’aveva conosciuto tramite i soliti scambi commerciali che avvenivano nel Mediterraneo. Erano gli egizi a coltivarlo. Da lì se ne perdono un po’ le tracce. Nel senso che andando a ritroso nel tempo, c’è chi dice che gli egizi ne importarono le piante dall’Africa sub-sahariana, e chi sostiene le avessero ottenute attraverso scambi commerciali con popolazioni dell’Asia Minore, essendo la coltivazione originaria di questa verdura nata alle pendici dell’Himalaya.
L’etimologia del termine cetriolo
Sia come sia, i greci lo chiamavano “angouryon” e da quest’antico termine derivano il tedesco gurke, il danese agurk, lo svedese gurka, il finlandese kurkku (cetriolo) e l’inglese gherkin (cetriolino). In italiano, invece, “angouryon” è l’etimo di anguria, termine usato oggi soprattutto nell’Italia del nord per chiamare il cocomero, che i romani chiamavano come detto, Cucumis citrullus. Se poi consideriamo che cetriolo in francese si dice concombre; in inglese cucumber; in olandese konkommer, capite che la confusione linguistica su questo vegetale è massima.
Cetriolo: acquistalo così
Il cetriolo è il frutto di una bacca detta scientificamente “peponide’ (e difatti cetriolo in spagnolo si dice pepino ma a questo punto è meglio smetterla con la ricerca etimologica se no ne usciamo pazzi) che da noi matura durante tutta l’estate ma che si può facilmente trovare sui banchi del mercato tutto l’anno. Quando lo si acquista, bisogna assicurarsi che sia duro al tatto, turgido e senza la minima traccia di grinze o appassimento alla superficie. Viene mangiato crudo, tagliato a fette sottili, in insalata ed entra come componente di guarnitura di piatti freddi. Quando è raccolto immaturo (cetriolino), viene messo sott’aceto e diventa parte importante di molti antipasti misti e della giardiniera.
I vantaggi del cetriolo
Pressoché privo di calorie (13 chilocalorie per 100 grammi di prodotto), cosa che lo rende comune nelle diete, è composto prevalentemente da acqua (96%), carboidrati (2%) e sali minerali importantissimi quali potassio (140 mg); calcio (16 mg), fosforo (17 mg) e sodio (4 mg). Inoltre, contiene 11 mg di vitamina C. Capite bene che mangiarlo aiuta il nostro benessere. Tutti questi sali minerali lo rendono perfetto per ammorbidire e idratare la pelle che tende ad assumere una maggiore elasticità, il suo succo è consigliato dopo un’esposizione al sole, mentre la polpa è efficace per le pelli secche. Pensate che già nel Cinquecento il famoso medico e botanico senese Pietro Andrea Mattioli ne raccomandava i semi e il succo per “fare bella la pelle”. Come scrivevamo all’inizio, ci sono alcune controindicazioni al consumo del cetriolo. Ovviamente è vietato a chi ne è allergico ma è fortemente sconsigliato anche a chi soffre di cattiva digestione perché è poco digeribile. E’ anche ricco di fibre insolubili per cui è sconsigliato anche a chi soffre di colon irritabile.
La zuppa fredda di cetrioli
Per finire, vi lasciamo una ricetta facile facile, molto nutriente e sana: la zuppa fredda di cetriolo con
cerfoglio. Un primo piatto leggero, perfetto per mantenersi in forma senza rinunciare al gusto. Questi sono gli ingredienti: un cetriolo grande; quattro rametti di cerfoglio; una cipollina; quattro cucchiai di yogurt; ¾ di litro di brodo vegetale freddo; quattro cucchiai di olio evo; un cucchiaio di succo di limone; sale; pepe bianco. Questa la preparazione: prendete il cetriolo e la cipollina, sbucciateli, tritateli e poi frullateli con i quattro rametti di cerfoglio. Finita questa operazione unite il brodo vegetale e condite con l’olio, il limone, il sale e il pepe. Conservate in frigorifero. Quando metterete in tavola, aggiungete lo yogurt e un filo d’olio.
Flavio Semprini è un giornalista professionista free-lance. Scrive di sport, enogastronomia, edilizia e turismo e si occupa di uffici stampa e comunicazione per aziende, associazioni ed enti sia pubblici che privati. Ha scritto diversi libri, alcuni sulla cucina romagnola, utilizzando per questi ultimi il doppio pseudonimo di Luigi Gorzelli/Paolo Castini.