Oggi facciamo un esperimento: proviamo ad accoppiare a un cibo tipico romagnolo, un vino altrettanto locale, oppure che possa essere prodotto dalle tante buone aziende vinicole romagnole. Senza avere la pretesa di esaurire tutti i mangiari e i vini della nostra Regione ma limitandoci a elencare alcuni di quelli più tipici. Insomma, una mini-guida per imparare a conoscere i piatti della nostra tradizione accompagnandoli ai vini “giusti”.
Piada e Sangiovese
“Noblesse obblige”, non possiamo che partire dalla piadina. Del nostro “cibo nazionale” abbiamo parlato diverse volte e a questo articolo vi rimandiamo per saperne di più. L’accompagnamento più classico è quello col Sangiovese di Romagna, un vino rosso rubino con riflessi granata dal profumo intensamente vinoso, con ricordi di viola, elegante. E’ ideale per la piada ma anche a tutto pasto. Si accompagna benissimo a primi piatti, carne e salame di testa. Andrebbe servito fra i 14 e i 16 gradi.
Strozzapreti e pagadebit
Altro piatto tipico: gli strozzapreti. Anche di questa pasta fatta in casa, di come si prepara e di quali storie si raccontino su di essa, abbiamo scritto in più occasioni. Ecco, se gli strozzapreti li preparate con un sugo al misto di pesce e “poveracce” (cioè di vongole in italiano), il vino più adatto da affiancarli può essere il Pagadebit, dal color giallo paglierino con riflessi verdognoli e dal profumo di biancospino. E’ un vino asciutto, ben strutturato al palato, ideale per primi piatti di questa fattura e anche con il pesce, i crostacei e anche il dessert. Ha una gradazione tra i 10 e gli 11 gradi e va servito fresco.
Sogliola e Albana secco
La sogliola arrosto non si può definire un piatto strettamente romagnolo, ovviamente. Tuttavia qui in Romagna è particolarmente amata e la sogliola in graticola è un “classico” della cucina di pesce da Cattolica ai lidi ravennati. Dopo averla ben pulita, conditela con pepe, sale, olio e pane grattugiato. Stendetela su una doppia graticola e cuocete a fuoco moderatamente vivo. Ogni tanto girate fino alla completa cottura. L’Albana secco è un vino che si accompagna splendidamente alla sogliola arrosto ma anche a primi piatti delicati (per esempio a dei risotti alle verdure). Il suo sapore è fine e rimane a lungo sul palato. Il suo colore è giallo paglierino, il profumo elegante con sentori di salvia, limone, pesca e mandorlo.
Calamaretti fritti e Trebbiano
Un altro secondo piatto di mare che non manca mai sulle tavole romagnole più golose è il fritto di calamaretti. Questi vanno spogliati della “penna” e degli occhi. Poi vanno lavati, asciugati, tagliati ad anelli e infarinati prima di essere messi a friggere in una padella di olio appena appena fumante. Coprite con un coperchio e cuocete a fuoco vivo ricordandovi di muovere la padella ogni tanto per evitare che il calamaretto si attacchi. Il vino più adatto per questo piatto goloso è senz’altro il Trebbiano, amatissimo nella Romagna del sud anche se la sua zona di produzione classica inizia a Bertinoro, in provincia di Forlì e Cesena, e arriva fino a Lugo, Massa Lombarda e Dozza. E’ un vino dal sapore fresco, asciutto e armonico, con una gradazione di 11 gradi e mezzo e dal colore giallo paglierino.
Ciambella e Cagnina
La ciambella romagnola è un dolce casalingo rustico che non ha il classico buco centrale come le altre ciambelle ma, anzi, un interno sodo e asciutto. E’ un dolce di una volta, semplice nell’esecuzione, a base di pochi ingredienti (farina 00, zucchero semolato, burro, uova, scorza di limone, lievito, latte e zucchero in granelli). I più raffinati la possono consumare col the del pomeriggio o inzuppato nel caffelatte della colazione ma noi vi proponiamo un abbinamento un po’ più contadino: quello con la Cagnina. Un vino rosso molto particolare perché viene vendemmiato a fine settembre e bevuto già a novembre. Molto zuccherino, ha un colore rosso violaceo intenso. Il profumo è vinoso e davvero caratteristico. Il sapore è dolce, un po’ tannico e leggermente acidulo. Oltre alla ciambella romagnola, si accompagna benissimo alle castagne arrosto e alla pasticceria secca. Dovrebbe essere bevuto a una temperatura fra gli 8 e i 10 gradi.
Piada dei morti e Novello
La Cagnina, visto che viene bevuta già a novembre, potrebbe anche essere ideale con la piada dei morti, la cui storia e ricetta abbiamo raccontato in questo articolo. Una storia che risale addirittura al periodo dei celti e delle culture pre-romane e che ci fa capire quanto certe tradizioni siano sopravvissute nel corso dei secoli fino ad oggi. Se la Cagnina non vi ispira, potete anche tentare un Novello, un vino che proviene dal vitigno del Sangiovese che ha una particolare vinificazione: dopo una macerazione carbonica di circa un paio di settimane, le uve vengono messe a fermentare a temperatura controllata fra i 15 e i 16 gradi. Viene imbottigliato dopo pochissimo tempo nei primi giorni di novembre. E’ un vino giovane, fresco e particolarmente profumato, da consumarsi nei primi mesi di vita.
Flavio Semprini è un giornalista professionista free-lance. Scrive di sport, enogastronomia, edilizia e turismo e si occupa di uffici stampa e comunicazione per aziende, associazioni ed enti sia pubblici che privati. Ha scritto diversi libri, alcuni sulla cucina romagnola, utilizzando per questi ultimi il doppio pseudonimo di Luigi Gorzelli/Paolo Castini.